Le ricadute sono parte del percorso di recupero della tossicodipendenza, ma attraverso l’aiuto professionale e la giusta attitudine possono essere affrontate ed evitate mettendo in atto delle strategie mirate.
Vediamo quali possono essere i fattori scatenanti delle ricadute e le principali azioni e strategie da adottare per riconoscere le situazioni potenzialmente a rischio e impararle a gestire.
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Tossicodipendenza e ricadute: i fattori scatenanti
I fattori scatenanti delle ricadute nella tossicodipendenza possono essere numerosi e di diversa natura.
Una persona che sta intraprendendo o ha concluso un percorso di disintossicazione può trovarsi a vivere un momento di vulnerabilità, sia verso gli stupefacenti che verso le immagini, i suoni e tutti quegli stimoli connessi alla sua esperienza di abuso.
La dipendenza ha, infatti, innescato dei cambiamenti a livello cerebrale e qualsiasi stimolo o ricordo legato alla tossicodipendenza può essere un campanello di allarme per una possibile ricaduta.
Le ricadute fanno, quindi, parte del percorso di riabilitazione e possono presentarsi anche dopo aver terminato la disintossicazione, sono intrinseche alla guarigione e possono presentarsi in maniera più o meno frequente in base ad ogni individuo.
Il rinnovato uso della sostanza può mettere in moto lo stesso processo psicologico che ha portato la persona verso la dipendenza, molto spesso anche inconsapevolmente.
La terapia ha il compito di aiutare il paziente a riconoscere questo momento di vulnerabilità, grazie ad un percorso introspettivo mirato alla conoscenza di sé stessi.
Nel percorso di cura gli psicoterapeuti forniscono degli strumenti utili ad affrontare qualsiasi situazione di rischio possa presentarsi in futuro, mettendo in guardia il paziente anche sull’uso di altre sostanze che possono causare dipendenza come alcol e gioco d’azzardo.
Vediamo quali sono le principali strategie per ridurre la possibilità di ricadute nella tossicodipendenza.
Smettere di frequentare le persone e i luoghi in cui si faceva uso di droga
La frequentazione con le persone con cui si faceva uso di droga è una delle prime azioni da evitare per non ricadere nella dipendenza.
La vicinanza con le persone che hanno iniziato o avallato il comportamento di abuso è estremamente pericolosa per una persona che si sta disintossicando. Anche i luoghi dove si faceva uso di droga vanno evitati, perché possono innescare ricordi ed emozioni sopite.
Occorre crearsi una nuova routine e delle amicizie sane e sicure, che non sostengano o ricordino il periodo della dipendenza; nuovi luoghi da frequentare e da scoprire possono essere uno stimolo per sperimentare esperienze positive.
Supporto della famiglia e degli amici
Il supporto della famiglia è importantissimo durante e dopo il percorso di disintossicazione, perché rappresenta un punto fermo in un momento di grande cambiamento.
Nel percorso di terapia saranno organizzati degli incontri di counseling familiare, per affrontare la situazione e risolvere eventuali problemi e mancanze presenti nell’ambito familiare che hanno condotto la persona verso la tossicodipendenza.
Anche le amicizie sono essenziali: riavvicinarsi ai vecchi amici che si erano abbandonati durante la dipendenza può essere un modo per riallacciare i contatti con la vita prima degli abusi e ritrovare sé stessi.
Pianificare un piano di prevenzione delle ricadute
Il terapeuta supporterà il paziente con la creazione di un piano di prevenzione delle ricadute, per insegnargli a riconoscere i fattori scatenanti di una ricaduta.
Il paziente imparerà a riconoscere i luoghi, le persone e le situazioni che possono costituire un pericolo e possono innescare la necessità di far nuovamente uso di sostanze.
Dopo l’identificazione delle situazioni potenzialmente rischiose, verrà stilato un piano di emergenza per stabilire chi contattare in caso non si riesca ad affrontare da soli queste circostanze.
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Il piano di emergenza prevede una serie di azioni e di attività di coping da fare per prevenire la ricaduta, dei comportamenti da mettere in atto in alternativa al consumo delle sostanze.
Queste azioni alternative variano in base agli interessi della persona: può trattarsi dell’esercizio fisico, come una camminata o l’andare in palestra, o di attività ricreative, come dedicarsi alla scrittura o all’arte.
Un’altra attività proficua è praticare delle tecniche di rilassamento, come meditazione, yoga o respirazione profonda che aiutano a calmarsi in situazioni di ansia.
Gli esercizi di mindfulness, in particolare, possono aiutare a rispondere ai trigger negativi con azioni utili e positive, e non a intraprendere attività dannose per la propria salute.
Anche partecipare a gruppi di supporto, di volontariato e ad occasioni sociali, dove si possono incontrare nuove persone e vivere nuove esperienze, è un ottimo modo per iniziare a costruirsi una vita oltre la dipendenza.
A chi rivolgersi per uscire dalla tossicodipendenza
Per aiutare un tossicodipendente a fronteggiare e curare la propria dipendenza occorrono sicuramente un atteggiamento familiare supportivo e comprensivo. Queste relazioni devono essere però affiancate da un aiuto professionale specifico, come nel caso delle Comunità Terapeutiche.
In centri come le Comunità Terapeutiche il soggetto potrà confrontarsi con altre persone che condividono la sua situazione e comprendere le ragioni profonde della propria dipendenza, grazie all’aiuto di medici e psicoterapeuti esperti.
Il percorso permette di affrontare un percorso di riscoperta delle proprie risorse e potenzialità, costruendo una stabilità emotiva e delle relazioni sociali funzionali alla ripresa della propria vita fuori dalla dipendenza allontanandosi dalle ricadute.
Il Centro Torinese di Solidarietà è una comunità specializzata nella cura delle tossicodipendenze. La persona viene supportata da personale medico e da psicoterapeuti specializzati durante tutto il trattamento, dalle prime fasi di astinenza fino al ritorno alla propria vita sociale.
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