Con il termine “alcolismo” ci si riferisce a uno stato di dipendenza dall’assunzione di bevande alcoliche. Lo stato di dipendenza si innesca quando il consumo di alcol passa da essere occasionale, come piccolo piacere o in contesti sociali, ad essere un bisogno fisico e psicologico.
Ma quando si può realmente parlare di alcolismo e quando invece si ha solo un consumo occasionale smodato? Quali sono le cause e come riconoscerne i principali sintomi?
In breve:
- La definizione di alcolismo;
- tipologia di bevitori;
- cause dell’alcolismo;
- sintomi dell’alcolismo;
- danni dell’alcol sul corpo;
- trattamento dell’alcolismo.
Cerchi aiuto per un tuo amico o un familiare che affronta l’alcolismo?
Scopri l’approccio del Centro CTS per la cura e la disintossicazione dall’alcol.
La definizione di alcolismo
L’alcolismo è una vera e propria patologia, una dipendenza riconosciuta dal mondo medico con sintomi e caratteristiche ben precise e trattata in modi definito. Per comprendere quindi cosa sia realmente e quando si può parlare di alcolismo vengono in aiuto le definizioni mediche.
Definizione di alcolismo nel DSM 5
Il DSM 5 è la versione più aggiornata del manuale diagnostico per i disturbi mentali.
Qui l’alcolismo viene definito come un disturbo nell’assunzione di alcol protratto per almeno 12 mesi.
Qui i sintomi caratterizzanti sono:
– la perdita di controllo nel consumo di alcolici una volta iniziato a bere;
– desiderio compulsivo (craving) di consumare sostanze alcoliche.
Il bevitore che diventa alcolista ha quindi perso la possibilità di controllare il proprio desiderio, non riuscendo a bere quantità moderate e non potendo controllare il desiderio compulsivo di iniziare a bere.
Le tipologie di bevitori: quando si parla di alcolismo
L’alcolismo è un problema dalla vasta diffusione e sempre più in crescita. Questo perché bere alcol non è un’attività esclusiva delle persone con dipendenza, anzi… in Italia si stima che il 77,8% degli uomini e il 56,5% delle donne oltre gli 11 anni consumino occasionalmente bevande alcoliche.
Come distinguere quindi quando si tratta di una dipendenza e quando invece di consumo occasionale?
Già Jellinek nel 1960 fece una distinzione in diverse categorie di bevitori.
Queste le 5 tipologie di bevitori:
- Bevitore alfa: ricorre occasionalmente al consumo di alcol per disinibirsi o per alleviare sofferenze emotive e fisiche;
- Bevitore beta: bevitore sociale, che beve in compagnia in un momento di condivisione;
- Bevitore gamma: un bevitore occasionale che riesce ad astenersi dall’alcol, ma che se inizia ha difficoltà a interrompersi;
- Bevitore delta: questa tipologia di bevitore è incapace a mantenere l’astinenza dal bere, pur mantenendo comunque il controllo sulle quantità assunte. Quindi necessita di bere frequentemente, ma senza il bisogno di raggiungere lo stato alterato di ebbrezza;
- Bevitore epsilon: questa tipologia di bevitore può mantenere l’astinenza per determinati periodi, perdendo però il controllo e cadendo in un vero e proprio periodo di dipendenza.
In questa classificazione i bevitori più a rischio sono le categorie gamma, delta e epsilon, tutti caratterizzati da una perdita di controllo nella quantità o nella frequenza dell’assunzione di alcol.
Discorso a parte è costituito dagli alcolisti funzionali, nei quali è minore la relazione tra consumo di alcol e perdita di controllo e ripercussioni nella vita sociale e professionale.
Leggi di più nell’articolo: Alcolismo funzionale: cos’è e come riconoscerlo.
Le cause dell’alcolismo
Le cause e i fattori che predispongono all’alcolismo sono diversi, non esiste infatti un’unica causa sempre presente.
Fattori genetici, psicologici e ambientali si intrecciano come cause sottostanti la dipendenza.
Leggi anche “Fattori di rischio dell’alcolismo: quali sono”
Familiarità e genetica nell’alcolismo
Nell’alcolismo è stata osservata una predisposizione genetica e familiare. Studi condotti in ambito familiare hanno dimostrato che i figli di alcolisti avessero una probabilità più elevata (fino al 30%) di sviluppare alcolismo.
Da altri studi (Crane, 2021) i fattori genetici sembrano partecipare per il 40 e 60% all’insorgenza di alcolismo. Questo è dovuto al modo in cui viene metabolizzato e processato l’alcol. (fonte: americanaddictioncenters.org)
In questi individui infatti le sensazioni piacevoli date dall’ebbrezza sovrastano le sensazioni negative come nausea o difficoltà motorie e di ragionamento.
Leggi anche:
Con il termine “alcolismo” ci si riferisce a uno stato di dipendenza dall’assunzione di bevande alcoliche. Lo stato di dipendenza si innesca quando il consumo di alcol passa da essere occasionale, come piccolo piacere o in contesti sociali, ad essere un bisogno fisico e psicologico.
Ma quando si può realmente parlare di alcolismo e quando invece si ha solo un consumo occasionale smodato? Quali sono le cause e come riconoscerne i principali sintomi?
In breve:
- La definizione di alcolismo;
- tipologia di bevitori;
- cause dell’alcolismo;
- sintomi dell’alcolismo;
- danni dell’alcol sul corpo;
- trattamento dell’alcolismo.
Cerchi aiuto per un tuo amico o un familiare che affronta l’alcolismo?
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La definizione di alcolismo
L’alcolismo è una vera e propria patologia, una dipendenza riconosciuta dal mondo medico con sintomi e caratteristiche ben precise e trattata in modi definito. Per comprendere quindi cosa sia realmente e quando si può parlare di alcolismo vengono in aiuto le definizioni mediche.
Definizione di alcolismo nel DSM 5
Il DSM 5 è la versione più aggiornata del manuale diagnostico per i disturbi mentali.
Qui l’alcolismo viene definito come un disturbo nell’assunzione di alcol protratto per almeno 12 mesi.
Qui i sintomi caratterizzanti sono:
– la perdita di controllo nel consumo di alcolici una volta iniziato a bere;
– desiderio compulsivo (craving) di consumare sostanze alcoliche.
Il bevitore che diventa alcolista ha quindi perso la possibilità di controllare il proprio desiderio, non riuscendo a bere quantità moderate e non potendo controllare il desiderio compulsivo di iniziare a bere.
Le tipologie di bevitori: quando si parla di alcolismo
L’alcolismo è un problema dalla vasta diffusione e sempre più in crescita. Questo perché bere alcol non è un’attività esclusiva delle persone con dipendenza, anzi… in Italia si stima che il 77,8% degli uomini e il 56,5% delle donne oltre gli 11 anni consumino occasionalmente bevande alcoliche.
Come distinguere quindi quando si tratta di una dipendenza e quando invece di consumo occasionale?
Già Jellinek nel 1960 fece una distinzione in diverse categorie di bevitori.
Queste le 5 tipologie di bevitori:
- Bevitore alfa: ricorre occasionalmente al consumo di alcol per disinibirsi o per alleviare sofferenze emotive e fisiche;
- Bevitore beta: bevitore sociale, che beve in compagnia in un momento di condivisione;
- Bevitore gamma: un bevitore occasionale che riesce ad astenersi dall’alcol, ma che se inizia ha difficoltà a interrompersi;
- Bevitore delta: questa tipologia di bevitore è incapace a mantenere l’astinenza dal bere, pur mantenendo comunque il controllo sulle quantità assunte. Quindi necessita di bere frequentemente, ma senza il bisogno di raggiungere lo stato alterato di ebbrezza;
- Bevitore epsilon: questa tipologia di bevitore può mantenere l’astinenza per determinati periodi, perdendo però il controllo e cadendo in un vero e proprio periodo di dipendenza.
In questa classificazione i bevitori più a rischio sono le categorie gamma, delta e epsilon, tutti caratterizzati da una perdita di controllo nella quantità o nella frequenza dell’assunzione di alcol.
Discorso a parte è costituito dagli alcolisti funzionali, nei quali è minore la relazione tra consumo di alcol e perdita di controllo e ripercussioni nella vita sociale e professionale.
Leggi di più nell’articolo: Alcolismo funzionale: cos’è e come riconoscerlo.
Le cause dell’alcolismo
Le cause e i fattori che predispongono all’alcolismo sono diversi, non esiste infatti un’unica causa sempre presente.
Fattori genetici, psicologici e ambientali si intrecciano come cause sottostanti la dipendenza.
Familiarità e genetica nell’alcolismo
Nell’alcolismo è stata osservata una predisposizione genetica e familiare. Studi condotti in ambito familiare hanno dimostrato che i figli di alcolisti avessero una probabilità più elevata (fino al 30%) di sviluppare alcolismo.
Da altri studi (Crane, 2021) i fattori genetici sembrano partecipare per il 40 e 60% all’insorgenza di alcolismo. Questo è dovuto al modo in cui viene metabolizzato e processato l’alcol. (fonte: americanaddictioncenters.org)
In questi individui infatti le sensazioni piacevoli date dall’ebbrezza sovrastano le sensazioni negative come nausea o difficoltà motorie e di ragionamento.
Leggi anche: Alcolismo ereditario: la predisposizione genetica all’alcolismo
Fattori psicologici
Stress, ansia, depressione o difficoltà a socializzare, questi sono tutti fattori psicologici spesso associati all’alcolismo.
Infatti l’alcol viene usato come auto-cura e rimedio per combattere questi stati di alterazione, rilassando in caso di ansia o rendendo il comportamento più disinvolto in contesti sociali.
Le persone iniziano quindi a assumere alcol occasionalmente, come rimedio temporaneo, sviluppando poi gradualmente la dipendenza psicologica e fisica che caratterizza l’alcolismo.
Leggi di più riguardo al rapporto tra alcolismo e ansia.
Fattori ambientali
Il contesto sociale esterno ha un grande ruolo sulla probabilità di sviluppare alcolismo.
Vivere in contesti familiari o sociali dove l’alcol è molto presente e accettato rende più facile il consumo e riduce lo stigma della dipendenza, il più delle volte non riconosciuta o sottovalutata.
Anche l’età può rappresentare un importante fattore di rischio, dovuto alle pressioni sociali che si manifestano più frequentemente nell’adolescenza.
Sintomi dell’alcolismo
L’alcolismo si caratterizza per tre principali macro-sintomi: la tolleranza, l’astinenza e il craving.
La tolleranza da alcol
Con l’assunzione continua di alcol il corpo inizia ad abituarsi alla sostanza, che gradualmente perde i suoi effetti.
Con l’insorgere della tolleranza la persona avrà bisogno di assumere quantità di alcol sempre maggiori per raggiungere lo stato di alterazione desiderato.
L’astinenza da alcol
Uno dei principali fattori che caratterizzano ogni dipendenza sono i sintomi dell’astinenza.
Circa tra le 4 e le 12 ore dall’interruzione del consumo iniziano a manifestarsi nell’alcolista i vari sintomi tipici di una crisi d’astinenza, come:
- sudorazione eccessiva, aumento della pressione e innalzamento della temperatura;
- ansia e agitazione, incapacità di rilassarsi;
- insonnia;
- tremore;
- nausea e vomito.
Nei casi più gravi nell’astinenza da alcol si può arrivare a sintomi come convulsioni, allucinazioni e delirium tremens.
Craving
“Craving” è il termine che in psicologia descrive il desiderio impulsivo e incontrollabile di assumere una sostanza. Questo può presentarsi sia sotto l’effetto dell’alcol sia quando si è in una fase di astinenza.
Quando non soddisfatto, il craving assume sintomi simili a quelli dell’astinenza, con iperattivazione corporea e sintomi di ansia e irrequietezza.
Danni dell’alcolismo
L’alcolismo protratto nel tempo porta a sviluppare danni gravi sul fisico e sulle capacità intellettive della persona.
A livello fisico, gli organi più danneggiati sono fegato, cuore e cervello. Questi danni sono ancora più presenti quando si parla di consumo di alcol e alcolismo nei giovani.
Danni al fegato dell’alcol
Il fegato è sicuramente l’organo maggiormente danneggiato, essendo quello che metabolizza l’alcol.
Tra le patologie del fegato maggiormente connesse all’alcol ci sono l’epatite e la cirrosi.
- Epatite: infiammazione del fegato con compromissione delle sue funzionalità.
Tra i sintomi principali vi sono astenia (mancanza di appetito), nausea, vomito e dolori all’addome. - Cirrosi: l’infiammazione al fegato dell’epatite si aggrava diventando cronica e degenerativa.
Tra i sintomi principali vi sono l’ittero (colorazione gialla della pelle), l’ingrossamento della milza e la formazione di edemi addominali.
La cirrosi è anche una delle principali cause di tumore al fegato (epatocarcinoma). La progressione delle patologie del fegato è lenta ma se l’organo viene continuamente esposto all’abuso di alcol si può andare incontro a una rapida degenerazione.
Leggi di più sui danni dell’alcolismo sul fegato
Danni al cuore
L’abuso di alcol non colpisce solo il fegato, altro organo particolarmente danneggiato dall’abuso di alcol è infatti il cuore.
Tra le malattie più frequenti nel caso di alcolismo vi è la cardiomiopatia alcolica, caratterizzata da difficoltà respiratorie, battito accelerato, problemi di circolazione e formazione di edemi su gambe, braccia e addome.
Come l’abuso di alcol causa le cardiopatie?
L’abuso di alcol, che è un vasodilatatore, causa a lungo andare un deficit del ventricolo sinistro del cuore, causando insieme alla tachicardia una ridotta ossigenazione di tessuti e organi.
Danni dell’alcol sul cervello e capacità intellettive
Il consumo elevato di bevande alcoliche nel tempo porta a danni importanti sul cervello, che si ripercuotono anche sulle capacità intellettive, sul livello di attenzione e sulla qualità della vita della persona.
Alcune degli aspetti più colpiti dall’alcolismo sono:
- memoria e apprendimento;
- coordinazione motoria;
- ciclo sonno veglia;
- regolazione e stabilità dell’umore;
- sistema di ricompensa (connessa al bere compulsivo e alla difficoltà di trattenersi dal bere).
Fonte: fondazioneveronesi.it
Altro importante effetto sono i danni che l’alcol porta alla psiche e alla regolazione delle emozioni, con l’associazione di alcolismo con depressione e ansia.
Leggi di più sugli effetti dell’alcolismo sul cervello
Trattamento dell’alcolismo
Per uscire dall’alcolismo il primo passo è riconoscere da parte della persona la presenza di un problema nel suo rapporto con l’alcol. Infatti solo in questo modo è possibile instradare un percorso di recupero e riabilitazione che porta ad allontanarsi dall’alcol. Se si vuole aiutare un alcolista, aiutare il proprio caro a riconoscere e ammettere il problema è infatti il primo passo. Particolare attenzione deve essere messa nel affrontare il problema con un alcolista che non vuole aiuto e cure.
Nel processo di cura dell’alcolismo ci sono due step fondamentali, comuni a diversi approcci terapeutici:
- interruzione dell’assunzione e gestione dell’astinenza. Questo è il primo passo per il recupero fisico dall’alcolismo e può essere affiancato da aiuto medico e farmacologico che permettono alla persona di alleviare i sintomi dell’astinenza e gestire più facilmente le ricadute.
- percorso psicologico. Una volta che l’astensione dall’alcol è gestibile, la persona avvia un percorso psicologico finalizzato a comprendere e abbandonare pattern comportamentali e risposte emotive che erano alla base della propria ricerca dell’alcol e del consumo compulsivo. La dipendenza ha infatti le proprie radici nei pensieri e nell’emotività della persona, che utilizza l’alcol come rifugio o cura.
Per affrontare questo percorso di cura tra le strutture più indicate vi sono le Comunità terapeutiche.
La persona affronta la riabilitazione insieme al gruppo della comunità, altri individui che comprendono e affrontano lo stesso problema. In questo modo, sostenuto da personale psicologico e medico specializzato, il gruppo si motiva e si aiuta nel percorso di cura di ognuno.
Cerchi aiuto per un tuo amico o un familiare che affronta l’alcolismo?
Scopri l’approccio del Centro CTS per la cura e la disintossicazione dall’alcol.
Fattori psicologici
Stress, ansia, depressione o difficoltà a socializzare, questi sono tutti fattori psicologici spesso associati all’alcolismo.
Infatti l’alcol viene usato come auto-cura e rimedio per combattere questi stati di alterazione, rilassando in caso di ansia o rendendo il comportamento più disinvolto in contesti sociali.
Le persone iniziano quindi a assumere alcol occasionalmente, come rimedio temporaneo, sviluppando poi gradualmente la dipendenza psicologica e fisica che caratterizza l’alcolismo.
Leggi di più riguardo al rapporto tra alcolismo e ansia.
Fattori ambientali
Il contesto sociale esterno ha un grande ruolo sulla probabilità di sviluppare alcolismo.
Vivere in contesti familiari o sociali dove l’alcol è molto presente e accettato rende più facile il consumo e riduce lo stigma della dipendenza, il più delle volte non riconosciuta o sottovalutata.
Anche l’età può rappresentare un importante fattore di rischio, dovuto alle pressioni sociali che si manifestano più frequentemente nell’adolescenza.
Sintomi dell’alcolismo
L’alcolismo si caratterizza per tre principali macro-sintomi: la tolleranza, l’astinenza e il craving.
La tolleranza da alcol
Con l’assunzione continua di alcol il corpo inizia ad abituarsi alla sostanza, che gradualmente perde i suoi effetti.
Con l’insorgere della tolleranza la persona avrà bisogno di assumere quantità di alcol sempre maggiori per raggiungere lo stato di alterazione desiderato.
L’astinenza da alcol
Uno dei principali fattori che caratterizzano ogni dipendenza sono i sintomi dell’astinenza.
Circa tra le 4 e le 12 ore dall’interruzione del consumo iniziano a manifestarsi nell’alcolista i vari sintomi tipici di una crisi d’astinenza, come:
- sudorazione eccessiva, aumento della pressione e innalzamento della temperatura;
- ansia e agitazione, incapacità di rilassarsi;
- insonnia;
- tremore;
- nausea e vomito.
Nei casi più gravi nell’astinenza da alcol si può arrivare a sintomi come convulsioni, allucinazioni e delirium tremens.
Craving
“Craving” è il termine che in psicologia descrive il desiderio impulsivo e incontrollabile di assumere una sostanza. Questo può presentarsi sia sotto l’effetto dell’alcol sia quando si è in una fase di astinenza.
Quando non soddisfatto, il craving assume sintomi simili a quelli dell’astinenza, con iperattivazione corporea e sintomi di ansia e irrequietezza.
Danni dell’alcolismo
L’alcolismo protratto nel tempo porta a sviluppare danni gravi sul fisico e sulle capacità intellettive della persona.
A livello fisico, gli organi più danneggiati sono fegato, cuore e cervello. Questi danni sono ancora più presenti quando si parla di consumo di alcol e alcolismo nei giovani.
Danni al fegato dell’alcol
Il fegato è sicuramente l’organo maggiormente danneggiato, essendo quello che metabolizza l’alcol.
Tra le patologie del fegato maggiormente connesse all’alcol ci sono l’epatite e la cirrosi.
- Epatite: infiammazione del fegato con compromissione delle sue funzionalità.
Tra i sintomi principali vi sono astenia (mancanza di appetito), nausea, vomito e dolori all’addome. - Cirrosi: l’infiammazione al fegato dell’epatite si aggrava diventando cronica e degenerativa.
Tra i sintomi principali vi sono l’ittero (colorazione gialla della pelle), l’ingrossamento della milza e la formazione di edemi addominali.
La cirrosi è anche una delle principali cause di tumore al fegato (epatocarcinoma). La progressione delle patologie del fegato è lenta ma se l’organo viene continuamente esposto all’abuso di alcol si può andare incontro a una rapida degenerazione.
Leggi di più sui danni dell’alcolismo sul fegato
Danni al cuore
L’abuso di alcol non colpisce solo il fegato, altro organo particolarmente danneggiato dall’abuso di alcol è infatti il cuore.
Tra le malattie più frequenti nel caso di alcolismo vi è la cardiomiopatia alcolica, caratterizzata da difficoltà respiratorie, battito accelerato, problemi di circolazione e formazione di edemi su gambe, braccia e addome.
Come l’abuso di alcol causa le cardiopatie?
L’abuso di alcol, che è un vasodilatatore, causa a lungo andare un deficit del ventricolo sinistro del cuore, causando insieme alla tachicardia una ridotta ossigenazione di tessuti e organi.
Danni dell’alcol sul cervello e capacità intellettive
Il consumo elevato di bevande alcoliche nel tempo porta a danni importanti sul cervello, che si ripercuotono anche sulle capacità intellettive, sul livello di attenzione e sulla qualità della vita della persona.
Alcune degli aspetti più colpiti dall’alcolismo sono:
- memoria e apprendimento;
- coordinazione motoria;
- ciclo sonno veglia;
- regolazione e stabilità dell’umore;
- sistema di ricompensa (connessa al bere compulsivo e alla difficoltà di trattenersi dal bere).
Fonte: fondazioneveronesi.it
Altro importante effetto sono i danni che l’alcol porta alla psiche e alla regolazione delle emozioni, con l’associazione di alcolismo con depressione e ansia.
Leggi di più sugli effetti dell’alcolismo sul cervello
Trattamento dell’alcolismo
Per uscire dall’alcolismo il primo passo è riconoscere da parte della persona la presenza di un problema nel suo rapporto con l’alcol. Infatti solo in questo modo è possibile instradare un percorso di recupero e riabilitazione che porta ad allontanarsi dall’alcol. Se si vuole aiutare un alcolista, aiutare il proprio caro a riconoscere e ammettere il problema è infatti il primo passo. Particolare attenzione deve essere messa nel affrontare il problema con un alcolista che non vuole aiuto e cure.
Nel processo di cura dell’alcolismo ci sono due step fondamentali, comuni a diversi approcci terapeutici:
- interruzione dell’assunzione e gestione dell’astinenza. Questo è il primo passo per il recupero fisico dall’alcolismo e può essere affiancato da aiuto medico e farmacologico che permettono alla persona di alleviare i sintomi dell’astinenza e gestire più facilmente le ricadute.
- percorso psicologico. Una volta che l’astensione dall’alcol è gestibile, la persona avvia un percorso psicologico finalizzato a comprendere e abbandonare pattern comportamentali e risposte emotive che erano alla base della propria ricerca dell’alcol e del consumo compulsivo. La dipendenza ha infatti le proprie radici nei pensieri e nell’emotività della persona, che utilizza l’alcol come rifugio o cura.
Per affrontare questo percorso di cura tra le strutture più indicate vi sono le Comunità terapeutiche.
La persona affronta la riabilitazione insieme al gruppo della comunità, altri individui che comprendono e affrontano lo stesso problema. In questo modo, sostenuto da personale psicologico e medico specializzato, il gruppo si motiva e si aiuta nel percorso di cura di ognuno.
Cerchi aiuto per un tuo amico o un familiare che affronta l’alcolismo?
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